1936. Giovanni Comini è stato appena promosso federale, il più giovane che l’Italia possa vantare. Ha voluto così il suo mentore, Achille Starace, segretario del Partito Fascista e numero due del regime. Comini viene subito convocato a Roma per una missione delicata: dovrà sorvegliare Gabriele d’Annunzio e metterlo nella condizione di non nuocere… Già, perché il Vate, il poeta nazionale, negli ultimi tempi appare contrariato, e Mussolini teme possa danneggiare la sua imminente alleanza con la Germania di Hitler.
Ma al Vittoriale, il disegno politico di cui Comini è solo un piccolo esecutore inizierà a perdere i suoi solidi contorni e il giovane federale, diviso tra la fedeltà al Partito e la fascinazione per il poeta, finirà per mettere in serio pericolo la sua lanciata carriera.
Il tramonto terreno del Vate, Gabriele D’Annunzio, fu crepuscolare, malinconico, pieno di citazioni, donne, ossessioni, vizi, spiato oltremodo dal fascismo, e dal nuovo Federale di Brescia, Giovanni Comini, che a sua volta, però, ne rimarrà incantato. Ispirato dal libro del giornalista comasco, Roberto Festorazzi, “D’Annunzio e la piovra fascista”, sullo sfondo del Vittoriale, c’è l’interpretazione di uno straordinario Sergio Castellitto.
“Conosciamo D’Annunzio nell’ultimo anno della sua vita, quando ormai vecchio e malato affronta l’ultimo corridoio della sua esistenza con solitudine e pieno di ipocondrie. Nonostante tutto, nonostante D’Annunzio sentisse che la sua fine era vicina il suo maggiore cruccio era quello di non voler lasciare l’Italia di Mussolini nelle mani di Hitler. Credeva che fosse un grandissimo errore, non si fidava di Hitler e di conseguenza non si fidava più di Mussolini. Per queste sue idee il Partito Fascista gli mette in casa delle spie, diciamo degli uomini che avevano il compito di controllarlo e studiarlo appunto, di tenerlo d’occhio. Al Vittoriale arriva anche il Federale Comini con il quale invece si crea un rapporto particolare. Nasce tra i due una sorta di “educazione sentimentale alla vita” che metterà in crisi il giovane Federale tanto da fargli mettere in discussione la sua fedeltà al regime. D’Annunzio è stato un grande trascinatore, basti solo pensare all’impresa di Fiume che è stata una specie di Woodstock ante literam nella quale aveva dato il voto alle donne o la libertà sessuale. La modernità di quest’uomo è incredibile. Non credo che esista un personaggio che in vita sia stato più amato di lui per essere poi tanto odiato e vilipeso dopo la morte.
Abbiamo scelto di girare al Vittoriale, dove ci hanno lasciato pieno accesso, anche se naturalmente controllavano in continuazione che nulla venisse spostato o rotto! Tutto ciò che è scritto nel copione, sono state le vere parole pronunciate dal poeta in quei luoghi. Abbiamo ad esempio girato la scena della morte sulla scrivania dove lui è morto davvero.”
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VILLA OLMO FESTIVAL
(Entrata lato Como, via Cantoni)
Orari di apertura dal 30 giugno al 15 agosto
Tutti i giorni di spettacolo dalle ore 17.00 e a partire da 60 minuti prima dell’orario degli eventi della rassegna Intorno al Parco.
Infoline – Prenotazioni telefoniche
Tutti i giorni di spettacolo dalle ore 17.00 al num. +39.327.311797
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TEATRO SOCIALE DI COMO
Biglietteria, Piazza Verdi, 1
22100 Como
Tel. +39. 031.270170
biglietteria@
Como, Parco di Villa Olmo
Ore 21.30
In collaborazione con Teatro Sociale AsLiCo
Regia: Gianluca Jodice
Sceneggiatura: Gianluca Jodice
Fotografia: Daniele Ciprì
Montaggio: Simona Paggi
Musiche: Michele Braga
Interpreti e personaggi: Sergio Castellitto/Gabriele D’Annunzio; Francesco Patanè/Giovanni Comini; Tommaso Ragno/Giancarlo Maroni; Clotilde Courau/Amélie Mazoyer; Fausto Russo Alesi/Achille Starace
Ambientazione: Roma, Brescia e il Vittoriale degli Italiani a Gardone Riviera (Brescia).